I funghi in cucina
Cucinare i funghi
Come tutti i sapori delicati, i funghi amano cotture semplici.
In linea di massima, i procedimenti sono quasi sempre gli stessi, però bisogna avere un po' d'occhio, badando soprattutto
alla consistenza e al comportamento alla cottura: ovviamente non si potrà cucinare troppo a lungo
Coprinus comatus (coprino) con
Cantharellus
cibarius oppure C.
pallens (galletto), oppure grigliare delle morchelle (spugnole) e così via.
Vi sono invece funghi adatti a cotture prolungate: Armillaria
mellea (chiodino); Cyclocybe cylindracea (pioppini); Infundibulicybe
geotropa (ordinale). Con questi si prediligeranno ricette come i guazzetti, le zuppe, e le cotture in umido in genere.
La raccolta e la pulitura
Si raccolgono afferrandoli con l'indice ed il pollice, bene alla base, e, se necessario, usare l'indice a mo' di leva,
affinché lo sporoforo possa essere estratto nella sua interezza, che è essenziale anche ai fini del riconoscimento.
È una stupidità tagliarli alla base del gambo, a meno che non si tratti di funghi cespitosi come i chiodini, in quanto,
come si sa, il fungo è il frutto di una "pianta" sotterranea che si sviluppa disordinatamente per lunghezze incredibili
ed in ammassi più o meno concentrici, che è equiparabile a fusto e chioma di un albero, e nessuno mai taglierebbe
un frutto da una pianta lasciandone una parte attaccata al ramo.
I funghi non si lavano, a meno che siano stati trasportati malamente. Questo, però, non deve essere generalizzato in quanto,
ad esempio, le morchelle devono essere lavate perché gli alveoli contengono sabbia; lavandole non restano danneggiate in
quanto la loro struttura assorbe poca acqua.
I funghi che vanno senz'altro esclusi dal lavaggio sono i porcini e tutti quelli abbastanza delicati, ad esempio
Amanita caesarea (coccora). Possono
essere "soffiati" e puliti con un panno umido. A monte di queste operazioni c'è il trasporto. Durante la raccolta, prima
di metterli nei cesti, è opportuno che gli sporofori vengano puliti e nettati, (è adatto per questo il coltello con
lo spazzolino e la lama ricurva); è inutile portare a casa funghi tarliti e humus.
Conservarli per pochi giorni
Se sono immaturi, possono essere conservati in frigorifero, sempre con il cappello rivolto verso il basso per impedire ad eventuali vermi, che hanno la tendenza ad andare sempre verso l'alto, di diffondersi troppo nella carne; la prolificazione dei vermi, infatti, non rallenta con la normale temperatura di frigo.
Gli aromi da usare nelle cotture di funghi
Non si deve usare il vino. Stride fortemente con il gusto dei funghi anche quando si fa un risotto. Purtroppo è un
ingrediente usato in moltissime ricette pubblicate ma le prove fatte hanno dato risultati decisamente scadenti.
Cipolla, sedano e carota non si usano, oppure in piccole quantità. Si può invece usare l'aglio, ad esempio per
"ungere" un piatto dove si condiranno funghi da mangiare crudi. Oppure schiacciato per insaporire l'olio di cottura senza
farlo imbrunire prima di toglierlo. Il prezzemolo è da usare a crudo per decorare una cottura pronta.
Gli ingredienti essenziali sono invece il sale il pepe, l'olio, che deve assolutamente essere delicato (va bene anche un buon
olio di semi), ed un brodo filtrato oppure di "dado" anche di verdure. In genere, la cottura dei funghi è molto veloce,
ad eccezione per le varietà di funghi a carne consistente e cartilaginea come, ad esempio, chiodini e pioppini.
La nepitella è un'erba aromatica che a Lucca è stata da sempre adoperata nei cotti di funghi. Se può essere
gradevole in una trifolatura di zucchini o altre verdure, è sconsigliabile usarla nei funghi perché il suo aroma
è preponderante rispetto ai funghi. Un cotto di zucchini o funghi con la nepitella ha identico aroma e gusto. Quindi, se
proprio qualcuno non vuole farne a meno, la usi con parsimonia solo a fine cottura.
La cottura dei funghi
Funghi di comune interesse culinario nell'ordine dai più pregiati (secondo il nostro parere):
-
1 - Boletus aestivalis
(estatino o bianco) e Amanita caesarea
(coccora o ovolo)
2 - Boletus aereus (nero o caponero), Boletus edulis (gelatino), Boletus pinophilus (ottobrino o rosso)
3 - Russula cyanoxantha, Russula aurea, Russula vesca, Russula heterophylla (colombine o russole), Butyriboletus regius (rangagno o prasma)
4 - Lyophillum decastes, fumosum (fungo dell'agnello), Cyclocybe cylindracea (pioppino), Infundibulicybe geotropa (ordinale)
5 - Cantharellus cibarius o C. pallens (galletto), Clitopilus prunulus (pastella), Leccinum duriusculum (bitollo o gatto)
6 - Macrolepiota procera (mazza di tamburo) (da usare solo quando è chiusa)
7 - Suillus granulatus (pinaccio) e Suillus bellinii (luccio)
8 - Morchella spp. (spugnole), Pleurotus ostreatus (gelone o orecchione)
9 - Armillaria mellea (chiodino)
Tutti i funghi elencati, esclusi Cyclocybe cylindracea, Pleurotus ostreatus,
Lyophyllum decastes e fumosum, Butyriboletus regius, Morchella
spp. e Armillaria mellea, possono
essere consumati crudi o poco cotti. Cyclocybe cylindracea, Pleurotus ostreatus,
Lyophyllum decastes e fumosum, necessitano di cottura più o meno
prolungata perché sono funghi relativamente tenaci; Butyriboletus regius di una normale cottura perché sembra abbia causato qualche disturbo,
a meno che non sia stato confuso con specie somiglianti.
È invece accertato che del 15% degli avvelenamenti da funghi ogni anno denunciati in Italia è responsabile
Armillaria mellea (chiodino) se
poco cotto; d'altra parte comunque lo si mangi, anche se si intende cuocerlo a lungo, è buona regola tuffarlo prima per
alcuni minuti in acqua bollente, scolarlo e asciugarlo per levargli quanto ha di viscido e mucillagginoso, e quindi cucinarlo nei
modi usuali, perché se giovane è un buon fungo. Le morchelle vanno cotte bene; sono un ottimo fungo per
condire paste e risotti.
Le Macrolepiota procera
(mazza di tamburo) "aperte", se non tritate sono poco adatte per qualsiasi preparazione perché di cuticola tenace, non
separabile.
Tutti gli altri funghi prima elencati non vanno mai sbollentati, perché nella bollitura, oltre che perdere la consistenza,
perdono anche le loro caratteristiche organolettiche.