Leccinum rufum  (Schaeff.) Kreisel

L. albostipitatum den Bakker & Noordel.

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Leccinum rufum

Principali caratteri identificativi: Bellissimo sporoforo dal cappello prima semisferico con bordo aderente al gambo, tipo fiammifero, poi convesso, mai piano, con cuticola di un bel colore arancio, più o meno scuro, eccedente il margine, asciutta o lievemente viscida con tempo umido. Tuboli lunghi, sottili, separabili dalla carne del cappello, da bianco-crema a grigio, grigio-bruno, con pori piccoli, rotondi, concolori ai tuboli. Gambo pieno, fibroso, cilindrico, bianco, dapprima ricoperto da fioccosità concolori al fondo e molto fragili, che si colorano di bruno, bruno-rossastro con la maturazione; a volte presenta macchie verde-blu alla base. Carne soda negli esemplari immaturi, ma presto molliccia, bianca, azzurro-blu alla base, al taglio virante al grigio, grigio-rossastro e infine al nero, con odore gradevole non definibile e sapore dolce.

Caratteri microscopici: Spore fusiformi, lisce, 14-18 × 4-6 μm, sporata bruno-oliva.

Habitat e fenologia: Simbionte dei pioppi, soprattutto pioppo bianco (Populus alba), nelle nostre zone detto albugatto, e pioppo tremulo (P. tremula).

Commestibilità: Mediocre a causa della carne molle ed il sapore insignificante, specialmente negli esemplari maturi; si tinge di nero alla cottura e all'essiccamento. Da scartare comunque il gambo perché duro e fibroso.

Specie a confronto: La principale caratteristica che permette di riconoscere L. rufum già al momento della raccolta è costituita dal gambo degli esemplari giovani che si presenta ricoperto di squamette bianche molto fioccose e fragili, le quali tendono a tingersi di rosso, rosso-mattone, poi marrone con l'invecchiare dello sporoforo. L. aurantiacum (Bull.) Gray si differenzia per il gambo ricoperto da squamette rossastre, rosso-mattone su fondo biancastro già nei primi stadi di sviluppo. L. versipelle (Fr. & Hök) Snell presenta gambo ricoperto da numerose scagliette nere, tanto che nei giovani esemplari appare completamente nero; poi, man mano che lo sporoforo cresce, le squamette si distanziano e si scopre il bianco della superficie stipitale.
Attenzione alle diverse interpretazioni consultabili in letteratura dove L. rufum viene messo spesso in sinonimia con L. aurantiacum; vedere, a tal proposito, la sezione Note e curiosità.

Inquadramento:

  • DIVISIONE: Basidiomycota
  • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
  • CLASSE: Agaricomycetes
  • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
  • ORDINE: Boletales
  • FAMIGLIA: Boletaceae

Note e curiosità: Nelle presenti schede descrittive, l'interpretazione tassonomica di L. aurantiacum rispetta la descrizione originale e la tavola che ne rappresenta il typus. In parte della letteratura, invece, viene chiamato con questo nome quello che qui indichiamo come L. rufum, mentre agli esemplari che in questo articolo chiamiamo L. aurantiacum viene associato il nome di L. quercinum (Pilát) E.E. Green & Watling.
Parte della confusione sopra descritta è da ricercare nell'etimologia dei rispettivi epiteti che contrasta con il colore delle rispettive specie; si osserva, infatti, che il nome della specie di colore rosso, L. aurantiacum, fa intendere l'arancio, mentre quello della specie di colore arancio, L. rufum, fa invece intendere il rosso-fulvo.