Craterellus lutescens (Fr. : Fr.) Fr.

Cantharellus lutescens Fr. : Fr. - C. aurora (Batsch) Kuyper - Trombetta lutescens (Pers. : Fr.) Kuntze

finferla

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Craterellus lutescens

Principali caratteri identificativi: Piccolo fungo con cappello fino a 2-5 cm, leggermente convesso da giovane, poi imbutiforme, di colore bruno più o meno scuro su fondo giallo, giallo-arancio, schiarente con tempo asciutto; superficie del cappello fibrillosa, squamosa, e con margine crespo e involuto negli esemplari giovani, poi revoluto e sinuoso con la crescita. Imenoforo liscio negli sporofori giovani, poi con pieghe più o meno marcate e ramificate con la crescita, decorrenti sul gambo, di colore giallo, giallo-rosa, più o meno carico. Gambo irregolare, liscio, rugoso, spesso appiattito, pieno nei giovani esemplari, poi vuoto, di colore giallo conbase biancastra. Carne esigua, elastica, giallo-crema, con odore fruttato e sapore dolce.

Caratteri microscopici: Le spore, lisce e pluri-guttulate, si presentano con forma ellissoidale e con dimensioni medie 9,5-11,5 × 6,5-7,5 µm.

Habitat e fenologia: C. lutescens è una specie che si lega sia alle latifoglie che alle conifere; in Toscana è molto comune e abbondante sotto pino, dalla pianura alla media montagna, rinvenibile dall’autunno all’inverno inoltrato quando dimostra di reggere molto bene alle gelate notturne, grazie anche alla sua crescita nel fitto sottobosco, spesso tra il muschio o sotto lo strato di aghi. Nei periodi favorevoli nasce a tappeto e riesce a colonizzare vaste aree tanto che è impossibile passeggiare nel bosco senza calpestarne gli esemplari.

Commestibilità: Molto apprezzata e utilizzata in cucina, specialmente nelle regioni del Nord, C. lutescens è una specie riportata in certi testi addirittura come ottima commestibile e vanta di numerose e dedicate ricette. La carne esigua degli sporofori è compensata dalla crescita in colonie di numerosissimi esemplari.

Specie a confronto: C. lutescens è una specie inconfondibile anche per i meno esperti della materia. Il suo aspetto tipico, poco variabile, la carne esigua, di scarsa consistenza, e l’imenio liscio o con poche pieghe, irregolari e distanziate, sono caratteri più che sufficienti a identificare con certezza questa specie. La specie più simile, meno abbondante e con commestibilità più scadente, è il C. tubaeformis (Fr. : Fr.) Quél. (= Cantharellus tubaeformis Fr. : Fr.), che si riconosce perché presenta imenoforo più scuro, con pieghe più in rilievo e meglio formate.

Inquadramento:

  • DIVISIONE: Basidiomycota
  • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
  • CLASSE: Agaricomycetes
  • SUBCLASSE: Incertae sedis
  • ORDINE: Cantharellales
  • FAMIGLIA: Cantharellaceae

Note e curiosità: Dopo il disastro di Chernobyl (anno 1986), C. lutescens fu inserito nella lista delle specie sospettate di aver assorbito elementi molto pericolosi per la salute come cesio 137/134 e potassio 40, scaturiti proprio dall’esplosione della nota centrale atomica e trasportati dalla nube tossica che arrivò anche nelle nostre zone. Altre specie inserite nella stessa lista furono ad esempio Imleria badia (Fr. : Fr.) Vizzini [= Xerocomus badius (Fr. : Fr.) J.-E. Gibert], Cortinarius caperatus (Pers.) Fr. e Tricholoma album (Schaeff. : Fr.) P. Kumm. In diverse parti d’Italia fu così avviata una campagna di monitoraggio per testare l’effettiva presenza di tali isotopi in queste specie e, in caso affermativo, l’eventuale quantità rispetto alle soglie di sicurezza per la salute. I risultati ottenuti a seguito di accurate e ripetute analisi, mostrarono che in Toscana, fortunatamente, i livelli di questi pericolosi elementi nel C. lutescens erano al di sotto del limite di guardia già negli anni dopo il disastro, per cui tale specie può oggi essere consumata senza conseguenze.