Neoboletus luridiformis (Rostk.) Gelardi, Simonini & VizziniBoletus luridiformis Rostk. - B. erythropus Pers. s. auct. - B. luridus subsp. erythropus (Pers.) Pers. - Tubiporus erythropus (Pers.) Maire vero |
Principali caratteri identificativi: Questa bellissima specie presenta cappello di forma abbastanza regolare che può raggiungere i 20 cm di diametro, di colore da bruno a bruno molto scuro, spesso con sfumature olivastre, vellutato, un po’ vischioso solo a tempo umido. Il gambo è prima panciuto poi cilindrico, sempre più largo alla base, di colore giallo, più scuro verso il basso, senza reticolo, finemente punteggiato di rosso soprattutto nella parte alta; a volte la punteggiatura è così fitta ed estesa da far apparire il gambo completamente rosso. I pori dell’imenoforo sono rosso-aranciati, più chiari verso l’esterno dove possono presentarsi fino a giallo, viranti all’azzurro al tocco. Carne molto soda, gialla, ma subito virante al blu scuro se esposta all’aria, con odore fungino e sapore dolciastro. Caratteri microscopici: Presenta spore fusiformi, lisce, 12-17 × 5-7 μm, bruno-olivastre in massa. Habitat e fenologia: N. erythropus è una specie abbastanza comune sia sotto conifere che latifoglie, presente a tutte le altitudini, anche se meno frequente in pianura; nasce dalla primavera all’autunno. Commestibilità: Viene tradizionalmente considerato un ottimo commestibile solo dopo prolungata bollitura che consente di eliminare le sostanze tossiche tremolabili contenute nella carne; tuttavia, opere specializzate in micotossicologia indicano tale specie responsabile di disturbi anche dopo cottura, anche se è difficile stabilire se sia stata davvero effettuata una bollitura effettivamente prolungata (almeno per 15 minuti). Specie a confronto: Si può confondere con il Suillellus luridus (Schaeff. : Fr.) Murrill (= Boletus luridus Schaeff. : Fr.), anch’esso commestibile solo dopo adeguata cottura per la presenza delle stesse tossine termolabili, che però presenta un vistoso reticolo in rilievo nella parte superiore del gambo e cappello di colore variabile ma in genere più chiaro, olivastro. S. queletii (Schulzer) Vizzini, Simonini & Gelardi (= B. queletii Schulzer) presenta gambo senza punteggiatura rossa ma di colore rosso barbabietola nella parte inferiore, in genere ben delimitata dalla parte superiore gialla, anche nella carne interna; inoltre ha cuticola mediamente più chiara e tendente al rosso. Il gruppo di specie che ruotano attorno al B. rhodopurpureus Smotl. si differenziano per il reticolo sul gambo e la taglia mediamente più grande. |
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Inquadramento:
Note e curiosità: Il genere Neoboletus la cui specie tipo è proprio N. luridiformis, è stato descritto nel 2014 sulla base di studi molecolari che ne hanno dimostrato l'indipendenza tassonomica dall'antico genere Boletus. Per molto tempo questa specie è stata inoltre riportata in letteratura come Boletus erythropus, ma a seguito di approfondimenti è stato constatato come la diagnosi originale di tale specie faccia in realtà riferimento a Suillellus queletii (= B. queletii Schulzer).
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