Entoloma sinuatum (Bull. ex Pers. : Fr.) P. Kumm.

E. lividum (Bull. ->) Quél

agarico livido, falso ordinale

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Entoloma sinuatum

Principali caratteri identificativi: I caratteri che in sintesi permettono il riconoscimento di E. sinuatum sono le colorazioni più o meno grigiastre, la superficie pileica radialmente fibrillosa, non igrofana, le lamelle adnate al gambo, non distaccabili dalla carne soprastante e tipicamente di un colore giallastro, divenenti presto rosate in funzione della maturazione delle spore. La carne, di discreta consistenza, ha odore farinoso, a volte sgradevole, e sapore disgustoso. I singoli sporofori possono raggiungere i 20 cm di diametro del cappello.

Caratteri microscopici: Presenta spore con profilo esagonale, subisodiametriche, lisce, con dimensioni medie di 8-11 × 7,5-9,5 µm, in massa con colorazione tipica rosa scuro.

Habitat e fenologia: Si tratta di una specie abbastanza comune soprattutto sotto quercia e faggio, localmente anche abbondante, che cresce dalla tarda estate all’autunno.

Commestibilità: E. sinuatum è una specie tossica che provoca avvelenamenti a breve incubazione di tipo gastrointestinale, anche abbastanza violenti.

Specie a confronto: Ad una prima analisi sommaria, E. sinuatum è abbastanza simile a Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm., che, però, si differenzia per il cappello senza fibrille, le lamelle biancastre, decorrenti sul gambo e separabili dalla carne soprastante e l’odore forte, aromatico, nauseante, molto caratteristico.
Tra le altre specie del genere Entoloma, quella più simile è E. lividoalbum (Kühner & Romagn.) Kubicka, abbastanza comune, che si differenzia principalmente per il cappello igrofano, le lamelle all’inizio biancastre anziché giallastre e le dimensioni mediamente più ridotte.

Inquadramento:

    • DIVISIONE: Basidiomycota
    • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
    • CLASSE: Agaricomycetes
    • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
    • ORDINE: Agaricales
    • FAMIGLIA: Entolomataceae

      Note e curiosità: È accaduto più volte che il consumo di E. sinuatum sia stato dovuto ad uno scambio con Clitocybe nebularis, specialmente in certe località della Toscana dove quest’ultima è apprezzata. È importante sottolineare che tale rischio non dovrebbe nemmeno essere possibile in quanto anche C. nebularis è una specie sicuramente tossica, quindi da non raccogliere, con effetti che, accentuati da fenomeni da accumulo, possono essere paragonabili a quelli provocati da E. sinuatum.