Tricholoma sulphureum (Bull. : Fr.) P. Kumm.

Gymnopus sulphureus (Bull. : Fr.) Gray

Carica immagine ingrandita

Tricholoma sulphureum

Principali caratteri identificativi: L’aspetto tipico di T. sulphureum prevede un portamento slanciato, cappello con umbone ottuso e arrotondato, colore da giallo zolfo a giallo ocra di tutto lo sporoforo, odore molto caratteristico, definito come di gas illuminante, e sapore sgradevole. La variabilità della specie porta spesso a forme più o meno colorate sul cappello, specialmente al centro, che hanno portato in passato alla creazione di entità infraspecifiche in realtà poco differenziabili (vedere specie a confronto). Occasionalmente può presentarsi anche più tozzo e tali forme, insieme alle raccolte con tonalità rosate sul cappello, comportano ancora dei problemi, con studi molecolari ancora in corso allo scopo didefinire meglio la specie da un punto di vista tassonomico rispetto alle entità limitrofe.  

Caratteri microscopici: Spore da ellittiche ad amigdaliformi, lisce, ialine (trasparenti), con appendice ilifera sporgente, con dimensioni medie 9-10,8 × 5,6-6,4 µm.

Habitat e fenologia: Si tratta di una specie legata sia alle latifoglie che alle conifere, in Toscana molto comune e abbondante come, in generale, in tutto l’areale mediterraneo, rinvenibile da inizio autunno fino all’inverno inoltrato.

Commestibilità: T. sulphureum è una specie ritenuta tossica perché sembra che abbia provocato disturbi gastrointestinali; visti odore e sapore, resta comunque non commestibile.

Specie a confronto: Come accennato sopra a proposito dei caratteri morfologici, il gruppo di specie che ruota attorno a T. sulphureum necessita ancora di studi approfonditi per giungere ad una più oggettiva differenziazione dei diversi taxa fungini coinvolti. In particolare non è ancora chiaro quale sia il confine tra T. sulphureumT. bufonium (Pers. : Fr.) Gillet; la letteratura classica li differenzia riportando per T. bufonium un portamento più tozzo, una colorazione pileica più o meno invasa dal rosa ed un habitat prevalentemente montano. In effetti, quando ci troviamo di fronte ad aspetti tipici, le due specie sembrano ben differenziabili, ma sono rinvenibili spesso forme di transizione che mettono in dubbio la determinazione; inoltre, le analisi molecolari hanno mostrato la presenza di una tesza specie con caratteri trasversali, non ancora descritta formalmente perché ancora da interpretare dal punto di vista tassonomico. Per tutti questi motivi, le diverse varietà e forme di T. sulphureum citate dai testi più o meno specialistici, basate su caratteri deboli e non stabili, sono per il momento da considerare con una certa elasticità; tra queste T. sulphureum var. pallidum Bon e T. sulphureum var. coronarium (Pers.) Nüesch.
Tra le altre entità simili, sono invece specie autonome e ben definite: T. hemisulphureum Bres., con stessi odore e sapore, che si riconosce per le lamelle rosate in contrasto con il gambo giallo e cresce associato alla microselva alpina; T. sulphurescens Bres. che ha lo stesso odore, anche se meno marcato, ma ha sapore mite (non sgradevole) ed è molto diverso nella colorazione essendo di base bianco per poi ingiallire con l’età e allo sfregamento.

Inquadramento:

    • DIVISIONE: Basidiomycota
    • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
    • CLASSE: Agaricomycetes
    • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
    • ORDINE: Agaricales
    • FAMIGLIA: Tricholomataceae

      Note e curiosità: NN