Suillus bovinus (L. : Fr.) Roussel

Boletus bovinus L. - Ixocomus bovinus (L.) Quél. - Mariaella bovina (L.) Sutara

pinaccio scempio

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Suillus bovinus

Principali caratteri identificativi: S. bovinus presenta un cappello con colore che va dall’ocra al bruno-giallo, leggermente più chiaro al margine, poco variabile, con cuticola liscia, viscida a tempo umido, facilmente asportabile negli esemplari giovani; l’imenoforo è composto da tubuli bruno-olivastri con pori del medesimo colore, prima piccoli e rotondi, poi larghi e angolosi. Il gambo è cilindrico, dello stesso colore del cappello, spesso slanciato, privo di anello e con superficie liscia. Si tratta di una specie con carne di scarsa consistenza, subito molle, spugnosa, biancastra, con odore debole e sapore acidulo.

Caratteri microscopici: Presenta spore ellissoidali, lisce, con dimensioni medie di 7-11 × 3-5 µm, bruno-olivastre in massa.

Habitat e fenologia: S. bovinus cresce in simbiosi con i pini a due aghi, dalla pianura alla montagna. Comune, è rinvenibile nei mesi autunnali e, nelle annate favorevoli, anche in primavera.

Commestibilità: S. bovinus è un commestibile scadente a causa della sua carne presto molle e spugnosa, inconsistente alla cottura, a meno che non vengano utilizzati esemplari estremamente giovani.

Specie a confronto: La specie più prossima a S. bovinus è sicuramente S. variegatus (Sw. : Fr.) Richon & Roze, con pori dello stesso colore, che, però, si differenzia per la superficie del cappello vellutata, ricoperta da fini scaglie brunastre e la cuticola non separabile. Gli altri Suillus sono molto diversi nei colori del cappello e dell’imenoforo, oppure presentano anello sul gambo.

Inquadramento:

    • DIVISIONE: Basidiomycota
    • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
    • CLASSE: Agaricomycetes
    • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
    • ORDINE: Boletales
    • FAMIGLIA: Suillaceae

      Note e curiosità: In Lucchesia S. bovinus veniva un tempo ricercato e molto consumato. La sue scarse qualità organolettiche erano compensate dal fatto che venivano consumati solo esemplari molto giovani, con carne ancora consistente; questa pratica era possibile perché S. bovinus risultava molto comune e abbondante, nascendo in gruppi di numerosissimi esemplari e permettendo quindi una selezione degli sporofori già sul campo.
      Questo dato ci porta a constatare che mediamente, almeno nelle zone da noi conosciute, di tale specie siano fortemente diminuite sia le stazioni di crescita che l’abbondanza delle fruttificazione negli stessi habitat preferenziali. Tuttavia, nei periodi con clima particolare come è stato l'autunno 2014, con una piovosità esagerata (praticamente continua dalla primavera) e temperature assai sopra la media, S. bovinus si è presentato di nuovo con fruttificazioni distribuite e abbondanti, come, probabilmente, era un tempo.