Pseudoinonotus dryadeus (Pers. : Fr.) T. Wagner & M. Fisch.Inonotus dryadeus (Pers. : Fr.) Murrill |
Principali caratteri
identificativi: Il carattere macroscopico che si nota
subito e che, in condizioni tipiche, ne permette la facile
identificazione è dato dalle caratteristiche gocce di liquido
giallo-brunastro che fuoriescono da numerose aperture di 2-4 mm di
diametro; queste sono formate dalla fusione di più pori e sono
distribuite sulla
zona di espansione dello sporoforo che, nei primi stadi di sviluppo,
corrisponde all’intera superficie del cappello. In condizioni
particolari, specialmente nei vecchi esemplari, le gocce possono però
anche mancare proprio perché lo sporoforo ha cessato di crescere; in
questi casi occorre valutare altri caratteri macroscopici e anche
quelli
microscopici. Caratteri microscopici: Presenta spore ialine (trasparenti), subglobose, con parete spessa, con dimensioni medie di 6-8 × 5,5-6,5 µm. Caratteristiche sono anche le sete imeniali ventricose di colore bruno che misurano in media 20-35 × 7-15 µm. Habitat e fenologia: P. dryadeus è un forte parassita di specie arboree, soprattutto querce o, più raramente, abeti bianchi, e nasce in genere alla base del loro tronco o sulle radici affioranti. È poco comune e i suoi ritrovamenti registrano singoli sporofori o, al limite, pochi esemplari crescenti sulla stessa pianta. Commestibilità: Per la consistenza legnosa della carne, è una specie non commestibile. Specie a confronto: Quando sono ben visibili le tipiche gocce di liquido rosso-brunastro, P. dryadeus è una specie inconfondibile. La determinazione può essere resa più difficoltosa a sviluppo completato, quando il liquido è ormai seccato; in queste condizioni può risultare simile Inonotus dryophilus (Berk.) Murrill, che si differenzia microscopicamente per le spore più allungate, ellissoidali anziché subglobose e per l’assenza di sete imeniali. |
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Inquadramento:
Note e curiosità: A causa dei suoi caratteri macroscopici e microscopici particolari, la collocazione sistematica di questa specie ha trovato in disaccordo tra loro molti autori del passato. Tranne che nel genere Pseudoinonotus qui presentato (creao nel 2001), P. dryadeus è stato così più volte ricombinato tanto che, in diverse epoche, ha "visitanto" numerosi generi quali: Boletus, Fomes, Fomitiporia, Ischnoderma, Phellinus, Placodes, Polyporus, Ungularia e Xanthochrous. |