Paxillus involutus (Batsch : Fr.) Fr.P. involutus var. excentricus Fr. - Agaricus adscendibus Bolton - A. contiguus Bull. |
Principali caratteri identificativi: La principale caratteristica macroscopica di P. involutus è il cappello regolare che si mantiene a lungo con bordo involuto, da cui deriva il nome della specie; il bordo del cappello tende e distendersi solo negli esemplari adulti quando il cappello diviene imbutiforme. Il gambo è tipicamente tozzo e cilindrico, mentre la carne è compatta, di odore non particolare, al taglio prima ocra chiaro poi bruno-rossiccia. Caratteri microscopici: Microscopicamente presenta spore ellissoidali, lisce, ocracee, 7-9 × 4,5-5,5 µm. Habitat e fenologia: P. involutus è una specie autunnale che cresce in associazione con molte essenze diverse, sia latifoglie che conifere; per questo è rinvenibile dalla pianura all’alta montagna ed è molto comune ed abbondante. Commestibilità: P. involutus è una specie tossica, responsabile di una sindrome molto grave, denominata sindrome paxillica (consulta l'articolo sugli avvelenamenti), che si è rivelata in alcuni casi mortale. I sintomi non sembrano quelli di un tipico avvelenamento da funghi, quanto piuttosto quelli tipici di una malattia immunitaria, come se gli intossicati fossero sotto l’azione di una forte allergia alimentare. La pericolosità sta nell’azione subdola di alcune tossine, ad oggi non ancora ben inquadrate, che vengono lentamente accumulate, permettendo il consumo di tale specie, anche per anni, senza alcun apparente disturbo; tutto ad un tratto, senza gradualità, l’organismo diventa fortemente ed irrimediabilmente intollerante al fungo stesso e la sindrome si manifesta a quel punto con tempi di incubazione brevi. Specie a confronto: Le specie più prossime a P. involutus sono: P. rubicundulus P.D. Orton [= P. filamentosus
(Scop.) Fr.], sospetto tossico o comunque non commestibile, quasi un
vero sosia macroscopico e altrettanto comune e abbondante nelle nostre
zone, legato esclusivamente agli ontani, che si differenzia, con un po'
di esperienza, principalmente per il cappello con bordo mediamente più
crenulato, più precocemente disteso e, microscopicamente, per le spore
decisamente più piccole; P. ammoniavirescens Contu & Dessì, altro sosia di P. involutus e di P. rubicundulus,
si riconosce facilmente solo attraverso la reazione della cuticola
all'idrossido di potassio (KOH) che in questa specie è verde (da cui il
nome), mentre è negativa in P. involutus s e rosso-aranciata in P. rubicundulus. |
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Inquadramento:
Note e curiosità: Basta consultare testi antecedenti gli anni ’80 per rendersi conto che, in passato, il P. involutus è stato ritenuto quasi unanimemente commestibile, addirittura buono, dopo cottura o essiccamento. Oggi sappiamo che ciò è falso e che P. involutus è sicuramente tossico e potenzialmente molto pericoloso (vedere commestibilità). Per fortuna, almeno in Toscana, il suo aspetto è ritenuto poco appetibile e quindi non raccolto a scopo alimentare, nonostante quanto riportato sui vecchi libri. |