Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill

Polyporus sulphureus (Bull. : Fr.) Fr. - P. caudicinus (Schaeff.) J. Schröt. - Laetiporus sulphureus f. ramosus (Bull.) Bondartsev - L. sulphureus f. aurantiacus (Pat.) Bondartsev - L. cincinnatus (Morgan) Burds. - L. speciosus Battarra ex Murrill - L. versisporus (Lloyd) Imazeki - Leptoporus casearius (Fr.) Quél., Banik & T.J. Volk.

A funcia ra carrua / Funcia di carrubo (Ragusano), Paglianucca (Campania), Lisca a tonnu (Cosentino), Petturina, Gallina dei boschi, Roscella e Gallinaccio

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Laetiporus sulphureus

Principali caratteri identificativi: Nella fase iniziale di crescita, si presenta come una protuberanza di forma quasi rotonda e di colore giallo chiaro; durante la crescita cominciano a formarsi degli strati a mensola che iniziano a sovrapporsi l'uno sull'altro, mentre la superficie diventa sempre più irregolare e vellutata, con zonature più o meno marcate. Il colore è da giallo zolfo ad arancione, rimanendo però assai più chiaro sui bordi lobati; la parte inferiore del fungo, invece, resta prevalentemente di colore giallo. All'attaccatura della pianta, presenta uno pseudogambo tozzo, anch'esso concolore alla parte inferiore dello sporoforo (imenoforo). Le sue dimensioni possono raggiungere i 30-40 cm di diametro, sporgendo dall'albero fino a 20 cm. La maturazione delle spore avviene nei tubuli corti di colore giallo zolfo di cui è costituito l'imenoforo; i piccoli pori, concolori ai tubuli, possono secernere delle goccioline giallastre. La carne è anch'essa di colore giallo, tenera finché lo sporoforo è giovane, poi diventa sempre più tenace e particolarmente gessosa negli esemplari maturi. Emana odore fungino negli esemplari immaturi, mentre è poco significante in quelli adulti. Alcune descrizioni che si trovano in letteratura e sul web, descrivono il sapore come somigliante al filetto di maiale; in altre ancora si parla di sapore insignificante.

Caratteri microscopici: Presenta basidiospore non amiloidi, lisce, da ellissoidali ad ovoidali, con dimensioni di 5-7.5 × 4-4.5 μm, ialine al microscopio e bianche in massa; i basidi misurano 15-18 × 5-7 μm.

Habitat e fenologia: Nel Sud Italia, dove questo fungo viene regolarmente raccolto e consumato, la crescita avviene soprattutto su piante di carrubo (Ceratonia siliqua). In generale, tuttavia, è segnalato su molti tipi di latifoglie come castagno (Castanea sativa), faggio (Fagus sylvatica) roverella (Quercus pubescens) ecc. Le rare segnalazioni su conifere come abete bianco (Abies alba), abete rosso (Picea abies) e larice (Larix decidua) sono da riferire probabilmente ad altre specie identificate successivamente (vedi confronto con specie simili). È un fungo lignicolo, parassita finché la pianta resta in vita, poi svolge la funzione di saprotrofismo disgregando la pianta ormai morta. Genera una carie del legno bruna cubica, che si estende nella parte centrale del tronco e che impiega diversi anni per far morire la pianta su cui si sviluppa. Il periodo di fruttificazione va dalla tarda primavera a fine autunno.

Commestibilità: Un argomento un po' arduo, controverso, riguardo L. sulphureus e gli altri Laetiporus, è sicuramente la commestibilità. Nel web troviamo molti ricettari dedicati a questa specie, ma quasi esclusivamente riguardano le zone del Sud; testimonianze azzardano al fatto che si tratti di uno dei migliori funghi in assoluto dal punto di vista culinario, arrivando ad organizzare sagre ad esso dedicate, a presentarlo tra le pietanze di vari ristoranti delle zone locali nel Ragusano, e ad essere venduto con prezzi che spesso superano i 50 euro al chilo e che, sembra, possano arrivare a 120 euro al chilo. Al contrario, nel centro e Nord Italia, non viene consumato, data la sua durezza e fibrosità della carne, che si riscontra subito dopo i primi stadi di sviluppo. Uscendo dalla nostra Nazione, L. sulphureus è consumato anche in Germania e sembra che venga consumato in Turchia dove, oltre ad essere considerato commestibile, ne vengono evidenziati gli effetti antiossidanti e antimicrobici. Anche nel Nord America viene regolarmente consumato utilizzando esemplari molto giovani e viene considerato una leccornia; il nome con cui viene chiamato è chicken of the wood ovvero gallina del bosco, per il colore e la conformazione del margine del fungo, simili a creste di gallina, oppure sulphur shelf, ovvero mensola di zolfo, per il tipo di crescita ed il colore.
Sul lato opposto, invece, troviamo documenti in letteratura che ne denunciano la tossicità e che descrivono le varie sindromi a cui il suo consumo è associato; c'è da dire, comunque, che è difficile inquadrare l'esatta specie responsabile delle intossicazioni documentate, viste le descrizioni poco dettagliate e le nuove specie delimitate di recente.
In letteratura viene documentata la presenza in L. sulphureus di una tossina proteica, emolitica ed emoagglutinante, che scatena lo stesso effetto delle tossine batteriche associate ai bacilli anaerobi obbligati appartenenti al genere Clostridium, quindi potenzialmente pericolosa per l'uomo. Altri autori, riassumendo quanto riportato in letteratura sulla tossicità dei Laetiporus rinvenibili in Nord America, segnalano intossicazioni da esemplari che crescono sia su eucalipto, probabilmente da assegnare a L. gilbertsonii Burds., sia su conifere, probabilmente anche queste da assegnare a specie diverse da L. sulphureus.

Specie a confronto: A differenza di quanto può sembrare dalla consultazione dei più comuni atlanti nazionali ed europei, L. sulphureum non è una specie macroscopicamente inconfondibile; infatti, ci sono altri Laetiporus molto simili, tra i quali uno rinvenibile anche in Italia.
L. montanus Cerný ex Tomsovský & Jankovský, macroscopicamente sosia di L. sulphureus, può essere identificato per le spore leggermente più grandi in media, fino a 9 μm, e per l'habitat montano al di sopra dei 1100 m s.l.m. su legno di abete rosso e larice. Inoltre, la sua autonomia è stata dimostrata attraverso l'esame del DNA. Seppur raro, è stato segnalato anche sul territorio italiano.
L. huroniensis Burds. & Banik e L. conifericola Burds. & Banik sono altre due specie macroscopicamente confondibili con L. sulphureus, descritte per il Nord America nel 2001, rinvenibili entrambe su conifere e fino ad ora non segnalate in Europa. L. huroniensis è geneticamente vicino a L. montanus, ma presenta microscopia paragonabile a quella di L. sulphureus; L. conifericola è ben diverso geneticamente sia da L. montanus che da L. sulphureus e presenta spore con lunghezza intermedia, fino a 8 μm.

Inquadramento:

  • DIVISIONE: Basidiomycota
  • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
  • CLASSE: Agaricomycetes
  • SUBCLASSE: Incertae sedis
  • ORDINE: Polyporales
  • FAMIGLIA: Fomitopsidaceae

Note e curiosità: NN.