Conocybe deliquescens Hauskn. & Krisai

Gastrocybe lateritia Watling - Galeropsis lateritia (Watling) G. Moreno, Heykoop & Illan

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Conocybe deliquescens

Principali caratteri identificativi: Cappello inizialmente parabolico con margine inflesso, poi conico con sommità arrotondata e margine curvato verso l'esterno, mai disteso, solitamente irregolare, fragile, alto fino a 20 mm e con diametro fino a 10 mm, inizialmente crema-biancastro, ma presto di colore ocra, bruno, fino a bruno-dattero, raramente con componenti giallastre, segnato radialmente da rugosità rettilinee o a zig-zag e ricoperto da uno spesso strato di glutine trasparente e appiccicoso; nei primi stadi di sviluppo, il cappello presenta una evidente ombelicatura apicale dovuta all'interazione tra apice del gambo e pellicola del cappello che viene presto riempita dal gel che ricopre tutta la superficie. Imenoforo costituito da lamelle sostanzialmente ben formate, da adnate a quasi libere al gambo, larghe fino a 2,5 mm, abbastanza fitte, inizialmente più chiare al margine poi mediamente concolori alla superficie del cappello, infine bruno-rugginose, con superfici venose e collegate da basse anastomosi. Gambo lungo fino a 100-120 mm, con diametro fino a 2,5 mm, attenuato verso l'alto, subito ricurvo, flessuoso, vermiforme, con un piccolo bulbillo alla base, fragile, uniformemente bianco, traslucido, quasi diafano, crema-brunastro quando essiccato, con superfice liscia e asciutta, ricoperto da una fine e sparsa pruina, internamente cavo. Carne quasi assente nel cappello, fibrosa e sottile nel gambo, ovunque concolore alla superficie esterna, con odore e sapore nulli. A maturazione tutto il cappello, compreso l'imenoforo, si liquefa con una veloce deliquescenza finendo per intrappolare la massa sporale in un agglomerato gelatinoso che, in poche ore, secca senza lasciare traccia. A liquefazione completata, la dispersione delle spore nell'ambiente circostante avviene ad opera dell'acqua che è abbondante nell'habitat dove la specie fruttifica.

Caratteri microscopici: Spore con profilo mediamente ellittico, a volte più allungate e irregolari, 9-14 × 6-8 μm, lisce, con poro germinativo. Basidi tetrasporici, occasionalmente tri-bisporici. Cheilocistidi poco numerosi e a forma di birillo o irregolari, solitamente non più lunghi di 20 μm; pleurocistidi assenti. Giunti a fibbia assenti. Pileipellis di tipo ixoimeniderma, costituita da elementi globosi o piriformi immersi in una trama gelatinosa.

Habitat e fenologia: C. deliquescens è una specie saprotrofa e spiccatamente igrofila che fruttifica tra l'erba, nelle stagioni calde e dopo abbondanti piogge o dove il terreno viene costantemente annaffiato. Dalla letteratura si apprende che è presente e diffusa nelle zone temperate di tutto il mondo, in particolare nell'Europa centrale e meridionale, in Africa e nel Nord America, ma risulta comunque poco segnalata, forse a causa delle piccole dimensioni e della breve durata degli sporofori che ne rendono difficile l'individuazione. In Italia è verosimilmente presente su tutto il territorio nazionale; oltre che per la Toscana dove abbiamo esperienza diretta, sono state segnalate raccolte in Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia e Sardegna.

Commestibilità: Vista l'esilità degli sporofori, la consistenza e la quasi assenza di carne, la specie è da ritenersi senza alcun interesse alimentare.

Specie a confronto: Dati l'aspetto estremamente slanciato, la posizione non eretta, lo sviluppo effimero e gli sporofori deliquescenti, C. deliquescens risulta facilmente riconoscibile. L'unica specie macroscopicamente simile è Galeropsis aporos Courtec., descritta nel 1993, che si differenzia per le spore senza poro germinativo; in virtù di altri caratteri microscopici, certi autori ipotizzano la sua appartenenza al genere Bolbitius Fr.

Inquadramento:

  • DIVISIONE: Basidiomycota
  • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
  • CLASSE: Agaricomycetes
  • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
  • ORDINE: Agaricales
  • FAMIGLIA: Bolbitiaceae

Note e curiosità: Per un ampio approfondimento sugli aspetti tassonomici e nomenclaturali di C. deliquescens, si rimanda a MicoPonte n. 10 (2017).