Battarrea phalloides (Dicks. : Pers.) Pers.

B. stevenii (Libosch.) Fr. - B. guicciardiniana Ces. - Phallus campanulatus Berk.

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Battarrea phalloides

Principali caratteri identificativi: All'inizio lo sporoforo è ipogeo, completamente racchiuso nell'esoperidio bianco che ha consistenza molliccia e forma di ovolo leggermente allungato in verticale, 2-3 × 4-6 cm. Quando, all'interno, la columella (gambo) inizia a svilupparsi e ad allungarsi, il capitulo superiore (cappello) lacera l'esoperidio e viene spinto in superficie. Mentre l'esoperidio resta alla base a forma di volva ben infissa nel terreno e aderente al gambo, quest'ultimo si solleva anche fino a 40 cm e negli esemplari adulti si presenta affusolato, con al centro la parte più larga, fino a 2-2,5 cm, di consistenza legnosa, con superficie esterna di colore da bruno chiaro e bruno-ruggine (sempre più scuro con la crescita) e scagliosa, ricoperta da squame fibrillose concolori al fondo e rivolte verso il basso; all'interno il gambo è cavo con corteccia spessa e dotato, negli esemplari giovani, di un peduncolo appeso alla sommità costituito da ife ammassate detto funicolo. In alto il gambo sorregge il capitulo innestandosi in esso nella parte inferiore concava. Il capitulo è semisferico, largo 2-3 cm (in letteratura riportato fino a 7 cm), nei primi stadi di sviluppo completamente avvolto nell'endoperidio bianco, di solito sporco del terriccio sollevato con l'emersione, raramente recante anche piccoli residui dell'esoperidio; quando la gleba (carne del cappello) matura trasformandosi in polvere sporale color ruggine, l'endoperidio si apre (deiscenza) con una circoncisione netta alla base del capitulo, cioè dove il diametro è maggiore, permettendo alle spore di diffondersi nell'ambiente circostante sia per caduta che per azione del vento. La parte superiore dell'endoperidio a forma di coppa sottile cade a terra, spesso intatta, mentre la parte inferiore a forma di disco bianco, membranoso e tenace, si mantiene sorretta dal gambo ed è ciò che rimane del capitulo quando tutta la polvere sporale è stata asportata. Odore insignificante.

Caratteri microscopici: Spore da globose a leggermente ovoidali, con diametro di 4 - 6,5 μm, a contorno subangoloso, giallo-brune uniformemente decorate da verruche di diverse grandezze, isolate o parzialmente unite da creste, a volte anche molto crestate. Elateri affusolati, lunghi da 30 a 80 μm, con larghezza maggiore fino a 8 μm, composti da spirali a passo variabile.

Habitat e fenologia: B. phalloides è rinvenibile in tutti i continenti, ma limitata alle zone pianeggianti o collinari, soprattutto costiere, con predilezione per il clima temperato. In Europa è molto diffusa nell'areale mediterraneo, ma cresce anche nelle regioni del nord come nel sud dell'Inghilterra, sulla costa atlantica francese e nella zona nemorale che interessa il sud della Scandinavia, il nord-ovest della Russia e parte degli stati baltici. In Italia è segnalata per la maggior parte delle provincie che si affacciano sul mare, mentre in Toscana sono note diverse stazioni di crescita che vanno dalle pianure costiere all'entroterra, nelle province di Pisa, Pistoia, Firenze e Siena, fino alla collina. Si tratta di una specie saprotrofa, segnalata sotto diverse essenze come robinia, pioppo, salice, cedro, cipresso, ginepro; è stata rinvenuta anche in fioriere, orti, giardini e su terreno con accumulo di legno marcescente. Mostra una certa preferenza per il terreno sabbioso con pH neuto o basico e viene rinvenuta spesso in ambiente dunale o steppico.
Il periodo di crescita effettivo è difficile da stabilire, non solo perché variabile in funzione delle condizioni climatiche e del luogo, ma anche perché gli sporofori si mantengono molto a lungo intatti, anche per un anno intero, grazie alla consistenza legnosa della loro struttura portante. Per nostra esperienza, il periodo di maggiore fruttificazione è quello tardo-invernale.
Nel complesso, B. phalloides è da ritenersi una specie non comune, ma neanche troppo rara, comunque fedele alle stazioni di crescita. I continui ritrovamenti sul nostro territorio ci sembrano in contrasto con l'inserimento di tale specie nella lista dei taxa fungini in pericolo di estinzione (red-list categoria EN - Minacciato); tale assegnazione sarebbe giustificata per il fatto di crescere in ambienti minacciati dall'azione antropica, dove, invece, B. phalloides sembra trovare il suo habitat preferenziale. La si trova inserita anche nelle liste rosse di diversi stati europei, ma riteniamo che i pochi ritrovamenti e la conseguente scarsità di dati disponibili per una valutazione in merito portino spesso a confondere la rarità naturale di una specie con il suo stato di pericolo di estinzione, due concetti molto diversi tra loro.

Commestibilità: B. phalloides è da ritenersi non commestibile per la legnosità della sua carne.

Specie a confronto: In ambito europeo, dati l'aspetto generale ed il colore, B. phalloides è praticamente inconfondibile. Tra le specie extraeuropee, l'unica macroscopicamente simile è Battarreoides diguetii (Pat. & Har.) R. Heim & T. Herrera, riconoscibile per la deiscenza che si verifica attraverso la formazione di stomi ben definiti sull'endoperidio.

Inquadramento:

  • DIVISIONE: Basidiomycota
  • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
  • CLASSE: Agaricomycetes
  • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
  • ORDINE: Agaricales
  • FAMIGLIA: Agaricaceae

Note e curiosità: Di questa specie sono noti usi per scopi farmaceutici in USA e in Namibia (Africa), dove viene utilizzata anche nel campo della cosmesi. Dalla letteratura si apprende che i Paiute del Nevada, popolazione nativa del Nord America di lingua auto-azteca, impiegano B. phalloides come base di cataplasmi per gonfiori e piaghe della pelle. Infine, sull'isola di Cipro, sembra che la polvere sporale venisse usata in passato come sostanza antisettica e antipruriginosa per asini.
Per un ampio approfondimento sugli aspetti nomenclaturali di B. phalloides, si rimanda a MicoPonte n. 9 (2016).